Quando il nonno Licurgo, imprenditore, acquista la tenuta abbandonata appartenuta alla storica famiglia Farrattini di Amelia, forse ha già una visione, quella di diventare un punto di riferimento nella sua terra per la produzione del vino. Da cinquanta anni e da 3 generazioni la famiglia Zanchi dall’alto della sua tenuta, guarda e ascolta il paesaggio intorno, realizzando vini con una spiccata identità territoriale.

Pioniera della vinificazione nell’Amerino, la famiglia Zanchi, ha creato negli anni le etichette più rappresentative della DOC Amelia. 

Sono Flores e Flaviana, nipoti di Licurgo e figlie di Leonardo a raccontare la storia della famiglia, la volontà del nonno e del padre di preservare e custodire le ricchezze della terra, il restauro dei vigneti storici e gli antichi vitigni, una volontà mai tradita e che tutt’ora fanno delle Cantine Zanchi un luogo di cultura, di conservazione e di ricerca.

Entrambe le sorelle hanno avuto percorsi di vita che le hanno portate a girare

il mondo: Flores si dedica allo studio dell’architettura per poi occuparsi di comunicazione e allestimento mostre, Flaviana segue il suo talento per la danza contemporanea divenendo ballerina e coreografa ma parallelamente seguono attivamente le vicende dell’azienda di famiglia in Umbria.

La decisione di dedicarsi in modo esclusivo al progetto cantina avviene alcuni anni fa quando quella che era “solo” la passione del nonno, grazie alla dedizione del papà Leonardo e della moglie Annamaria, supportati dal genero Mario, è diventata una realtà affermata a livello nazionale e non solo.

Nei 24 ettari che circondano il podere e negli altri 11 nelle zone limitrofe, coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica nel rispetto della natura e dei suoi cicli, la famiglia Zanchi porta avanti la sua filosofia, di “agricoltori custodi”, impiantando i nuovi vigneti con gli antichi cloni di vitigni locali tra cui Malvasia, Ciliegiolo, Canaiolo, Grechetto, Trebbiano Procanico, Sangiovese, Aleatico e restaurando vecchi vigneti, alcuni degli anni ‘60 e ‘70.

In un triangolo di vigneto sperimentale nato insieme al Parco 3A, il progetto Zanchi ha individuato e sta conservando i vitigni dell’Amerino a maggior rischio di erosione; 7 di loro sono unici, autoctoni con piante madre. Tra questi il Tostolello, “trovato nel vigneto della signora Firmina” ci racconta Flores, ora iscritto al registro Regione Umbria, ma non ancora nel registro nazionale; e poi Vaiano, Lacrima e la Malvasia Vecchia di Amelia riscoperta nel loro vigneto.