Amelia (Tr)
Storia
Amelia ha una storia antichissima. Sembra infatti che il suo nome abbia un’origine mitologica legata alla figura di Merope figlia di Atlante. Altre fonti attribuiscono la sua nascita al re Ameroe che la fondò nel 1134 a.C., ben prima della di Roma; è quanto riporta Plinio il Vecchio che a sua volta ricorda quanto scritto da Catone nelle Origines.
Grazie alla sua posizione geografica, Amelia fu uno dei fulcri della civiltà protostorica in Italia e divenne un punto di snodo importante per tante vicende legate all’Impero Romano. La Via Amerina fu infatti una delle principali arterie di collegamento dell’Umbria e dell’Italia centrale, un punto nodale non solo per le comunicazioni militari e l’espansione imperiale, ma anche una delle più antiche vie di pellegrinaggio.
Il territorio comunale di Amelia è composto da 7 frazioni, ognuna con un suo fascino particolare: Collicello, Fornole, Foce, Macchie, Montecampano, Porchiano del Monte, Sanbucetole.
Indirizzo: Piazza Matteotti D’amelia, 05022 Amelia TR
Telefono:0744 9761
Cultura
Per conoscere Amelia si parte dalla sua imponente cinta muraria in gran parte in opera poligonale, risalente al III -IV sec. a.C.
La sua costruzione è caratterizzata dalla presenza di massi di calcare perfettamente incastrati tra loro senza malta; la grandezza, spesso considerevole di questi blocchi, ha alimentato la leggenda che la cinta fosse stata costruita dai Ciclopi.
Mura imponenti che determinano un “luogo dentro” e un “luogo fuori” in continuo dialogo attraverso le 6 porte di accesso alla città, di cui 4 ancora usate.
Porta Romana è l’ingresso principale e più monumentale della città.
Da qui si va alla scoperta di vicoli e piazze dominati dall’armoniosa architettura dei tanti palazzi rinascimentali come palazzo Farattini, progettato da Antonio da Sangallo come studio preparatorio del più celebre Palazzo Farnese di Roma, Palazzo Petrignani con le sue splendide sale affrescate tra cui la più rappresentativa denominata Sala dello Zodiaco, Palazzo Venturelli, Palazzo Cansacchi ed altri.
Il Museo Civico Archeologico e Pinacoteca “Edilberto Rosa” custodisce reperti che vanno dall’epoca preromana a quella del fiorente municipio romano, tra cui la magnifica e maestosa statua bronzea del generale romano Nerone Claudio Druso, detto Germanico, armato e coperto da una corazza riccamente decorata. La statua, rinvenuta nel 1963 durante gli scavi per la costruzione di un mulino, è alta più di due metri ed è un esemplare di unico realizzato con la tecnica della cera persa con metodo indiretto.
Il Teatro Sociale
Di grande pregio anche il teatro settecentesco, interamente in legno e con meccanismi originali tuttora perfettamente funzionanti. All’interno sono stati girati numerosi celebri film, tra cui “Le avventure di Pinocchio” di Comencini e il “Marchese del Grillo” interpretato da Alberto Sordi.
Belle le facciate romaniche delle chiese di Sant’Agostino e San Francesco.
Appena sopra alla medioevale e caratteristica Piazza Marconi, sulla cima dell’acropoli, domina la Torre campanaria dodecagonale risalente all’XI sec., insieme agli edifici religiosi più importanti: l’ex seminario, l’episcopio e la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta (sec IX –XVIII) dedicata alla patrona Santa Fermina che conserva due stendardi originali sottratti ai Turchi e numerose opere d’arte come una tavola attribuita a Federico Zuccari nella cappella del SS. Sacramento, opere di Giacinto Gimignani, Antonio Circignani, Jacques Stella, Gian Francesco Pierini e i monumenti funerari della Cappella Farrattini (Sec. XVI) con opere di Ippolito Scalza e Gian Domenico Dosio
Le Cisterne
Di epoca romana sono le Cisterne: costruite tra la prima parte del I sec. a.C. e la prima metà del I sec. d.C., sono uno straordinario esempio di ingegneria idraulica utilizzate come riserve idriche per la parte alta del centro abitato fino agli anni ’60. L’opera è costituita da dieci ambienti contigui e comunicanti e la prima sala perfettamente conservata, presenta un campione di pavimentazione in cotto, bollato con la dicitura latina “Officina di Tiberio e Caio Attilio Fortunato”.
Non lontano dal centro storico, appoggiato sugli scogli di Michignano, sorge il Convento francescano della Santissima Annunziata di impianto cinquecentesco. Al suo interno, unitamente al presepe artistico, un piccolo Museo delle scienze e un bel planetario che svolge attività mensili. Nella Portineria del Convento si possono acquistare tisane, infusi curativi a base di erbe, farina, pasta, miele, pappa reale, polline, propoli e icone sacre.
Porchiano del Monte
Piccolo borgo medievale cinto da mura adagiato su una collina nei pressi di Amelia.
Dalla porta di accesso al castello si gode una vista a perdita d’occhio.
A circa 1 chilometro dal paese, lungo una strada sterrata percorribile anche in automobile, si trova la chiesa medievale della Santissima Trinità, dove si possono ammirare interessanti affreschi votivi che ne ornano le pareti, databili tra XI e XV secolo.
Collicello
Collicello è un piccolo borgo che ha conservato quasi integro il suo aspetto medievale e la sensazione arrivando è quella di trovarsi in un altro mondo. Dalla rocca rare sono le costruzioni intorno, perlopiù casali del “contado” alcuni dei quali trasformati in splendide residenze).
Il castello ha otto torri di guardia a base quadrata, alcune con merlatura, di cui una rivolta in direzione del distrutto castello di Canale.
Una di queste affianca l’ingresso principale costituito da una porta con arco a tutto sesto.
I boschi che lo circondano e che si protendono fin quasi ad avvolgere il borgo e custodiscono immense ricchezze: funghi, legna, selvaggina, asparagi, erbe.
Natura
Dalla Torre Civica di Amelia, la vista è su un’Umbria poco conosciuta.
Il paesaggio che si coglie è dominato dalla vasta lecceta dei Monti Amerini, un luogo misterioso ma dove è impossibile perdersi grazie al sistema di segnaletica che permette di percorrere a piedi e in bicicletta o a cavallo questi luoghi altrimenti inaccessibili e che portano a scoprire scorci inaspettati, dove non arriva il turismo di massa.
La Lecceta
Si tratta della lecceta più estesa in Umbria e di una delle più vaste e integre macchie mediterranee d’Italia.
L’oliveto storico di Olivi Rajo a Montecampano
La Valle del Rio Grande
Amelia si erge a picco sulla stretta e profonda gola del torrente Rio Grande le cui acque hanno alimentato numerosi mulini contribuendo al prosperare nei secoli della comunità amerina.
La Valle del Rio Grande è uno dei paesaggi più incontaminati eppure meno conosciuti dell’Umbria. Il parco fluviale, luogo del Cuore del FAI è un sito di interesse comunitario (Sic) e per secoli, è stato una preziosa risorsa idrica per il territorio, alimentando grazie a due dighe i mulini tuttora visibili lungo il corso del bacino.
Il torrente Rio Grande forma un lago chiamato Lago Vecchio, raggiungibile con un percorso pedonale, mentre, camminando sulle sponde del fiume, si costeggia un frutteto di frutti antichi autoctoni promosso dall’Associazione Amici di Rio Grande.